MALOCCLUSIONI DENTALI (GNATOLOGIA PERDIATRICA)

Malocclusione  o cattiva occlusione È un termine generico per indicare una chiusura sbagliata delle 2 arcate dentarie. Si accompagna spesso ma non sempre a denti storti. Può accompagnarsi ad una estetica alterata del viso sia in senso verticale ( viso allungato) , o al contrario basso; sia sagittale cioè di “profilo” come nelle seconde classi (mento sfuggente e labbro superiore in avanti) o nelle terze classi ( mento e labbro inferiore in avanti sul profilo ideale). Intercettare il paziente per tempo è fondamentale per l’efficacia della terapia. Questo significa che vedere il paziente anche precocemente è importante, per evitare di scoprire che è troppo tardi! Iniziare i controlli da uno Specialista in Ortodonzia anche a 3/4 anni quindi permette di classificare il tipo di alterazione e, nel mentre si controlla la salute generale di denti e gengive, si decide l’età più indicata per una terapia ortodontica, se necessaria.

Principali tipi di malocclusioni (cattiva chiusura dei denti)

Una disamina completa delle varie occlusioni non corrette sarebbe troppo lunga e difficile da capire, generando magari confusione. Di seguito un elenco semplice escludendo le alterazioni dello scheletro facciale (classi scheletriche).

Prima classe

Si ha quando i denti chiudono e quindi “occludono” in maniera ideale, ed in particolare non si hanno sopravanzi né della arcata superiore né di quella inferiore. In genere non ce’ affollamento dentario ( non ci sono denti storti), ma esistono prime classi in cui i denti “ingranano” correttamente ma sono anche affollati (storti)

Seconda classe

Si verifica un sopravanzo dell’arcata superiore (mascellare), rispetto alla inferiore (mandibolare), e il normale ingranaggio dei denti è compromesso. Le caratteristiche di profilo sono mento sfuggente e protrusione (avanzamento) degli incisivi superiori. Anche qui i denti possono essere correttamente allineati o affollati.

Questo è il caso di Carlotta che è una IIa classe con le caratteristiche tipiche di questa “occlusione”. Come si può notare facendo attenzione, se si valutano le foto iniziali dei denti, sembrerebbe esserci una notevole sporgenza dei denti incisivi superiori. Ma se si valuta il viso di profilo (foto iniziali) si vedrà che in realtà non è tanto il labbro superiore ad essere in avanti; quanto invece il labbro inferiore e il mento ad essere “in dietro” sul profilo del viso. Ecco che una analisi affrettata o errata, come spesso capita, può determinare un errore di cura. Stabilito che è la parte inferiore come scheletro  è in difetto, dovremo stimolare la crescita di questa parte. La terapia può essere eseguita co una ortodonzia fissa ma molto meglio se ortodonzia  mobile, e dovrà essere iniziata appena prima dello sviluppo “ormonale” della paziente.

Questo aspetto è di fondamentale importanza per avere tutta la crescita corporea disponibile e facilitare di molto la cura (meno tempo più efficacia meno onere economico).

Noi monitoriamo con vari parametri le curve di crescita dei pazienti per cercare di “centrare” il periodo più propizio alla terapia. Come si vede dalle foto finali c’è stata una importante crescita del terzo inferiore del viso. Risultato un bel viso con un sorriso perfetto. Se non avessimo Intercettato per tempo, monitorato la crescita e scelto il dispositivo ortodontico più adatto Carlotta da adulta avrebbe avuto seri problemi estetici. Tempo di cura circa 20 mesi e ottima collaborazione della paziente. Grazie Carlotta.

Terza classe

In questo caso si ha un sopravanzo della arcata inferiore mandibolare rispetto alla superiore (progenismo). Di profilo il mento e il labro inferiore appaiono avanzati rispetto al labro superiore. Chiaramente quello che a noi appare a livello di tessuti molli è dovuto allo scheletro sottostante. Può esserci o meno affollamento dentario.

Le terze classi sono sicuramente le alterazioni più subdole. Nella maggior parte dei casi  cè un eccesso della parte inferiore mandibolare associato ad un difetto del terzo mesio del viso (mascellare- labbro sup.-naso). Se quest’ultimo (labbro sup-naso), risultasse molto in difetto, il caso può essere migliorato con un suo avanzamento. Qualora invece il terzo medio fosse normalmente proporzionato in presenza di una parte inferiore “troppo cresciuta” e quindi molto avanti, la situazione cambia e molto. Non esiste una terapia in grado di fermare una mandibola che cresce (è scientificamente appurato), per cui questi ultimi casi vanno seguiti per tutta la crescita che termina a circa 20/22 anni. Se a questa età la alterazione è “lieve” si può intervenire ortodonticamente (vedi caso Carlotta IIIa classe). Se invece ci si trioverà con una alterazione grave ed il paziente è d’accordo per una risoluzione il caso diventa di pertinenza ortodontico-chirurgica.

Sia le seconde che le terze classi quindi sono spesso associate a difetti o eccessi di crescita dello scheletro mascellare e mandibolare (si parla di seconde classi o terze scheletriche). E’ Soprattutto in questi casi che un intervento mirato in età precoce o prepuberale può migliorare enormemente l’estetica del viso. Senza un simile intervento la risoluzione dell’inestetismo del volto diventa di pertinenza chirurgica maxillo facciale in età adulta. La risoluzione “precoce” inoltre, se attuabile, concede al paziente un viso nuovo e quindi una adolescenza senza se o ma.

Giorgio è un paziente giunto tardivamente al mio studio. E’ stato un ottimo paziente per la sua grande collaborazione. In questo caso nella foto iniziale di profilo sembra proprio un mento in avanti (scheletro mandibolare). In realtà in fase diagnostica la cosa viene ribaltata, e la diagnosi sarà non di una mandibola in eccesso ma invece una parte superiore in difetto. Cioè e il mascellare superiore tutto con il naso ad essere arretrato. Si parte quindi per fare una avanzamento superiore, senza toccare la parte inferiore (cosa per altro inutile). Il risultato finale si vede dalle foto di profilo e dalle foto endoorali. Sembra un’altra persona. Se non lo avessimo Intercettato, Giorgio sarebbe stato un adulto con serissimi problemi estetici e funzionali.

Morso Crociato

Altro non è che un incrocio di masticazione, e cioè in una o più zone l’arcata dentaria superiore chiude internamente all’inferiore. Si associa molto spesso ad una asimmetria, con spostamento laterale della mandibola.

Per capire l’asimmetria basta pensare che le arcate dentarie sono come una scatola da scarpe. La parte superiore, il coperchio deve essere obbligatoriamente più larga per chiudere correttamente sulla scatola stessa (inferiore). Se il coperchio è troppo stretto, non riuscirà a chiudere scivolando da un lato o l’altro. La asimmetria che si associa spesso al morso crociato dentale è un concetto simile. Soltanto che nel caso della bocca il coperchio, cioè l’arcata superiore è fissata al cranio, ed è quindi non è mobile. In presenza di un coperchio piccolo sarà dunque la parte inferiore, mandibolare (la scatola appunto) a muoversi e slittare a destra o a sinistra determinando una asimmetria di posizione della mandibola stessa.

Daniele ha un’età di 8 anni circa. Mandibola deviata a destra e quindi abbiamo morso crociato (incrocio di masticazione) e linea mediana inferiore (freccia nera) dallo stesso lato. Perché è la mandibola in toto deviata da quel lato. La terapia intercettiva rapida prevede un  allargamento ed espansione del palato e il paziente torna in simmetria (linee mediane o frecce nere allineate). Da quel momento solo controlli ma verosimilmente il paziente non avrà più necessità ortodontiche.

Palato stretto

In questo caso, come già detto per il morso crociato, è la parte superiore o mascellare ad essere troppo stretta il senso di lateralita’. Il palato anteriormente di presenta più contratto. In parole semplici è il “coperchio” ad essere stretto mentre la parte inferiore o mandibolare può essere normale come larghezza. La causa principale è una postura della lingua bassa (posizione di riposo), con Respirazione orale.

La bocca del bimbo/a è spesso aperta sopratutto di giorno e’ come fosse “ciondoloni”. Le cause possono essere molteplici.

Dalla semplice abitudine che può risolversi con esercizi mirati, alle cause ostruttive di origine meccanica o allergica. Queste ultime sono di pertinenza dello specialista in Otorinolaringoiatria infantile con il quale è bene essere in sintonia. Qualora venga deciso un intervento (per esempio togliere le adenoidi), molto importante è nel periodo di immediata post convalescenza iniziare una ginnastica respiratoria per ripristinare una respirazione nasale. Il bimbo/a ha infatti i muscoli che governano la chiusura della bocca (elevatori della mandibola) e delle labbra ipotonici e flaccidi. Bisogna con esercizi specifici rinforzarli per facilitare il cambiamento da respirazione orale a nasale.

E’ ampiamente dimostrato da studi scientifici che una respirazione orale ha come conseguenza la scarsa ossigenazione con  calo di peso corporeo e di rendimento scolastico per scarsa attenzione. Inoltre la testa ed il collo hanno una postura “in estensione” con contemporanea alterazione della crescita della mandibola (arcata inferiore) ed una maggiore possibilità dell’istaurarsi di una IIa classe.

Morso aperto

Generalmente localizzato nella zona anteriore delle arcate, si caratterizza per un mancato contatto, a denti chiusi, dei denti frontali incisivi. In casi più importanti la mancanza di contatto si può estendere ai lati coinvolgendo le zone canino premolari. Il morso aperto si osserva già in dentatura da latte dai 2 anni in su’. Le cause sono alcune abitudini viziate come l’interposizione della lingua in deglutizione, o/e a riposo, o il succhiamento del o delle dita come anche il prolungato uso del ciuccio.

Queste varie abitudini possono combinarsi tra loro determinando la complessità del quadro. Generalmente sono presenti problemi fonetici di pronunzia. La correzione dei morsi aperti è di pertinenza ortodontica con successivo ausilio da parte del o della logopedista. La stabilità della correzione ortodontica dipende quindi dalla correzione della abitudine “muscolare” sbagliata. L’età migliore per intervenire è dai 7 agli 8 anni a seconda del cambio dei denti frontali o incisivi.

Morso coperto o profondo

Come concetto è il contrario di quello aperto. In condizioni normali e adenti chiusi i margini dei denti incisivi superiori coprono la faccia visibile degli incisivi inferiori per 2/3 mm. Nel morso coperto invece a denti chiusi i 4 incisivi superiori nascondono spesso completamente il gruppo degli incisivi inferiori. Anche qui la gravità della alterazione è variabile. Questo tipo di chiusura dipende molto da una iperattività dei muscoli elevatori/ masticatori che forzando la bocca in chiusura eccessivamente, tendono a comprimere molto le due arcate tra loro determinando una eccessiva “compenetrazione delle stesse”. Quello del morso coperto severo è un trattamento complesso da Specialista in Ortodonzia. Questo per la naturale tendenza a “recidivare” cioè a ripresentarsi dopo trattamento. Vanno prese tutta una serie di precauzioni per ridurre al minimo questo rischio.